L’estate di Ulisse Mele
Roberto Alba ospite al Nosu Impari
In una domenica soleggiata e riscaldata da un’aria quasi primaverile l’Associazione Nosu Impari ha ospitato, nei suoi spazi in via Reiss Romoli 45 a Torino, Roberto Alba, autore sardo giunto nel capoluogo subalpino per presentare il suo romanzo L’estate di Ulisse Mele (il romanzo è edito da Piemme e lo trovate da Lina della libreria Il banco di via Garibaldi a Torino).
Nosu Impari (noi insieme)
nasce nel 2013 come associazione culturale allo scopo di diffondere la
cultura sarda attraverso iniziative diversificate ed è supportata da una
Compagnia Teatrale e da un Gruppo folk di ballo sardo.
Ad accompagnare Roberto nella discussione c’erano Pia Deidda, Luisa Pisano e Marcello Pisano, membri del direttivo e rispettivamente socie fondatrici e, nel caso di Luisa, presidentessa dell’Associazione.
L’idea di portare Roberto Alba a Torino è
di Pia, che conosceva già la sua prosa e la sua tecnica narrativa dopo
aver presenziato nel dicembre 2012 nella giuria del premio di Agugliastra. Il feeling che nacque con l’abilità narrativa di Alba la spinse a chiedere per lui una menzione speciale per il racconto Il destino della felicità.
Dalla voce simpatica, tonante e da attore
caratterista di Roberto le pagine di questo thriller hanno preso vita e
per gli astanti non è stato difficile immaginare davanti ai loro occhi i
luoghi della Sardegna descritti nell’intreccio o immedesimarsi nella
figura di Ulisse, un bambino sordomuto e particolarmente arguto, cui non
sfugge il minimo dettaglio di ciò che lo circonda.
Ulisse descrive il suo mondo con gli
occhi del bambino ma la consapevolezza e i filtri dell’adulto e questa è
la risposta alla domanda posta da Pia: “Si può scrivere un thriller con grazia”? “Sì!”, afferma Roberto, “se si sfrutta l’innocenza del bambino”, nonostante l’oggettiva difficoltà, per un adulto, di far parlare la voce narrante proprio come un bambino.
La scelta del nome Ulisse non è casuale e il rimando è all’omonimo personaggio letterario. Come i compagni di viaggio dell’esule di Itaca
si turarono le orecchie con tappi di cera d’api per non cadere vittime
del canto delle sirene, così Ulisse è insensibile alle parole, quasi a
sottolinearne la loro vacuità, poiché mezzi per esprimere tutto e il
contrario di tutto. Ulisse non sente le parole ma sente se una persona è vera o meno, intuisce chi dice la verità.
Non voglio rovinare il piacere della
lettura svelando la trama o elementi troppo rivelatori. Vi dirò che il
pomeriggio è trascorso in modo piacevole e al termine della
presentazione il gruppo di ballo ha reso omaggio a Roberto con
un’eccellente esibizione, seguita dal numero di Benito Melis con le launeddas.
La giornata non si è conclusa a tarallucci e vino, ma a stuzzichini, maloreddus alla campidanese, insalata di riso con verdure, polpettone con verdure, polpettine di pollo con lenticchie, zuppa inglese alla Irene e Barbera, Cannonau e mirto. Ah, il mirto!
Caffè al vetriolo poteva dileguarsi e ignorare tutto questo ben di Dio?
Ovviamente no!
Caffè al vetriolo e mirto: nosu impari!
Testo e fotografie di © Monica Arianna Zanetti
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