lunedì 17 novembre 2014

I costumi sardi del nostro gruppo (1)



I costumi sardi del nostro gruppo

 

Incominciamo da oggi a parlare dei costumi che indossano i nostri componenti del gruppo di ballo. Essi non sono tutti uguali perchè il corpo di ballo non è un gruppo folk con una precisa connotazione locale; ogni componente indossa un vestito che lo lega o al suo paese d'origine o ad particolare evento familiare o sociale che l'hanno portato a possederlo.


Il primo vestito di cui parleremo è quello indossato da Rebecca ed è un costume da sposa di Oristano molto bello nella sua fattura.

Preciamo però, per dovere d'informazione storico-culturale, che l'abito non è rispondente appieno alla documentazione antica, che tramanda forme piu' semplici. Esso è contestualizzato a partire dagli anni '50 dall'uso folkloristico per impulso della sartiglia oristanese nella Sardegna della rinascita.



Il capo è palesemente influenzato dalla colonizzazione spagnola. Esso consiste in una camicia rigorosamente bianca e con ampia scollatura incorniciata da pizzo ricamato a mano e inamidato in modo da mettere in risalto bottoni e gioielli in filigrana e corallo; sopra vi è “s'imbustu” (una sorta di gilet) in broccato rosso con disegni color oro, allacciato sotto il seno e lungo fino alla gonna. “Su gipponi” (il giacchino) è in panno rosso foderato di celeste; anch'esso lungo fino alla gonna con la particolarità di avere nella parte posteriore delle “lingue di stoffa” chiamate torri. Le maniche rimangono aperte facendo intravedere la camicia e vengono chiuse con nastri azzurri (come i polsini della camicia) nel punto in cui vengono rigirate in modo da far vedere il rivestimento bianco e i fiorami. La gonna è in panno di lana rosso, lunga fino ai piedi, con plissettatura fine e una balza bianca che, partendo da terra, arriva circa sotto il ginocchio; nella parte superiore è contornata da trine, fiorami e galloni dorati; nella parte inferiore si conclude, dopo altre rifiniture, con velluto rosso che orla tutta la gonna; è arricciata in vita tranne nella parte davanti che normalmente fa da sfondo a un grembiule in pizzo bianco che viene sostitutito, dopo il rito nuziale, con un grembiule in panno decorato con delle mezzalune di broccato abbinato ai manicotti del giacchino. Il capo è coperto da tre fazzoletti: “su scaffiottu” è di color rosso, viene annodato sulla nuca e serve per tenere la crocchia di capelli; “su muncador' e' tullu” è di tulle di cotone ricamato a mano, esso viene posato sul capo e fermato da spilloni bianchi; “su panneddu lustrinu” viene posato sul capo della sposa dopo il rito del matrimonio, i suoi nastri sono messi in modo che cadano dalla parte destra. Quest'ultimo non è nient'altro che un grembiule, qualcuno ritiene che venisse posto sul capo della sposa dalla suocera, o da due amiche, ma i significati non cambiano: sia contro il malocchio sia in segno di lutto per l'ingresso nel mondo degli adulti perchè nuove responsabilità attendono la sposina nella sua nuova famiglia; da questo momento tutti si sarebbero rivolte a lei dandole del voi (“fustei”). 


    Questo abbigliamento veniva portato durante tutta la durata dei festeggiamenti e per le festività più importanti.






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