Conferenza di
Giovanni Masala
Dessì. Università di Stoccarda
“I
Shardana” di Ennio Porrino
Una grande opera lirica
“dimenticata”
a cura di Antonino Orlando
Sabato 27 Febbraio al teatro Isabella presso la
Circoscrizione 5 di Torino, ha avuto luogo la
Conferenza del
prof. Giovanni Masala su Porrino e la sua opera lirica "I Shardana". La conferenza è stata
organizzata da Luisa Pisano, presidente dell’Associazione culturale sarda
Nosu Impari di Torino.
Dopo
i saluti del vicepresidente dell’Associazione Marcello Pisano e di Antonio
Ciavarra, consigliere della Circoscrizione 5, ha preso la parola Giovanni
Masala, ricercatore dell’Università di Stoccarda, che ha descritto ampiamente e
con chiarezza l’opera del maestro cagliaritano Ennio Porrino, compositore del
Novecento.
"I Shardana",
ha detto Masala, si è formata lentamente, dall’ idea di un vecchio racconto, il
cui titolo originario era “Hutalabi”,
come nella versione del radiodramma del
’56, recitato da Arnoldo Foà.
Essa
fu rappresentata per la prima volta al San Carlo di Napoli, il 21 Marzo del
1959, sotto la direzione musicale dello
stesso Porrino, con costumi ispirati ai bronzetti nuragici di circa
quattromila anni fa; venne poi replicata nelle settimane successive.
Shardana
era il nome delle antiche genti che sin dai tempi preistorici, raggiunsero e
abitarono la Sardegna, costruendovi le prime testimonianze artistiche e
culturali. Col trascorrere degli anni, altri popoli si sono avvicendati nel
Mediterraneo, soprattutto a scopo commerciale [N.d.A.].
La
vicenda si svolge, dunque, nella Sardegna della civiltà dei nuraghi e si rifà
ad una delle più antiche incursioni, che, in epoca imprecisata, tenta di
soggiogare l’isola, quella dei Fenici.
Vi
sono descritti momenti gloriosi dell’antico popolo sardo, durante i quali viene
respinto l’invasore. Gli eroi sardi, disposti a qualunque sacrificio nella
difesa della loro terra, mostrano determinazione, forza e coraggio.
Alla
Sardegna nuragica di quattromila anni fa l’opera non è solo debitrice degli
avvenimenti romanzati, ma trae da essa anche i nomi di personaggi importanti,
come Gonnario, Torbeno, Orzocco, Norace, Nibatta. Tali nomi, infatti, appartengono proprio al sostrato
nuragico.
Per
ritrovarli, Porrino si è avvalso sia degli studi filologici riguardanti il
paleosardo, sia degli studi storici relativi agli usi linguistici medievali
della Sardegna centrale, non contaminata dai contatti che il Nord e il Sud
dell’isola avevano con Pisa e con Genova per scambi commerciali.
E’
noto, infatti, che le zone che non entrano in contatto con popoli stranieri,
sono generalmente conservatrici sia nelle tradizioni che negli usi linguistici;
mentre chi entra in contatto con altri popoli, generalmente per motivi
commerciali, innova più facilmente lingua e abitudini di vita [N.d.A.].
Porrino,
inoltre, col suo dramma veicola, rivisitandolo, il patrimonio etnomusicale, letterario
e artistico sardo, nonché quello della grande musica dell’Ottocento e del
Novecento.
“Con
“I Shardana” va in scena un mondo
mitico, idealizzato, in cui si esaltano le gesta dei due momenti più gloriosi
della storia sarda, quello nuragico di quattromila anni fa e quello medievale
- giudicale di mille anni fa…. I Sardi
fanno storia, creano storia e non la subiscono …”, ricorda Masala, riferendo,
così, le riflessioni del musicologo Karlinger dell’Università di Monaco.
Il
melodramma ha avuto successivamente
molte altre repliche, ottenendo sempre notevoli successi. L’ultima
rappresentazione ha avuto luogo a Roma nel 1960, senza costumi e senza
scenografia, in forma oratoriale e in un’ottima esecuzione registrata dalla
RAI.
Dopo
l’esecuzione di Roma, “I Shardana”
non sarà più rappresentata in nessun teatro; tuttavia, alcune sue musiche
continueranno ad essere suonate nei decenni successivi e essa stessa, molto
apprezzata dal prof. Karlinger, diventerà oggetto di studio e di recensioni del
musicologo, che nei suoi cori evidenzia
influenze verdiane.
Ennio
Porrino muore all’improvviso a Roma, il 15 settembre del 1959, pochi mesi dopo
aver diretto la prima rappresentazione dell’opera e dopo aver presentato alla
biennale di Venezia una composizione dedicata alla figlia, il balletto La bambola malata.
Caduta
nell’oblio, assieme al suo autore, “I
Shardana” fu riscoperta nel 2010, in ricorrenza del centenario della
nascita di Porrino, e venne ripresentata al teatro dell’Opera di Cagliari, in
forma di concerto, senza scenografia.
Presentazione e
spiegazione dell’opera e del suo autore sono state corredate da immagini,
dall’ascolto di brani musicali particolarmente significativi e da riferimenti
ai maggiori critici di Porrino e della sua produzione artistica.
Grande la soddisfazione
del pubblico di fronte all’interessante e preziosa trattazione del Prof. Masala.
Antonina Orlando