"Se
Monaco avesse la fortuna di venir cantata da un'opera come questa, sono
certo che nei festival operistici della mia città le sarebbe riservato
ogni anno il posto d'onore"
(Felix Karlinger, Monaco di Baviera 1960).
«Nei
canti Porrino getta come un ponte tra la musica popolare e la musica
d’arte; nella produzione sinfonica e nei concerti armonizza tradizione e
progresso e appartiene agli innovatori della musica strumentale
italiana. Nelle opere drammatiche si rileva
lo sforzo di Porrino verso un nuovo stile e una nuova forma, e nel suo
oratorio Il Processo di Cristo, infine barocco e moderno, toni
popolareschi e rigore formale si compongono efficacemente in unità» (F.
Karlinger). Il presente volume si apre con una prefazione di G. Masala,
seguita da un saggio di F. Karlinger su vita, opere vocali, strumentali e
teatrali di Ennio Porrino. Segue una «biografia fotografica» del
compositore cagliaritano. Marcello Serra, Ramón Bayod y Serrat, Felix
Karlinger, Emidio Mucci, Marcella Govoni e Otello Calbi completano la
prima parte dell’Omaggio. Una bibliografia degli scritti sul compositore
sardo e sulla sua musica, un elenco della sua copiosa produzione
poetica e di critico musicale, nonché delle esecuzioni e
rappresentazioni di musica porriniana ricordano uno dei maggiori
compositori del Novecento, oggi ingiustamente dimenticato. «Nella musica
di Porrino la Sardegna possiede ben più che un insieme di note
musicali; la musica di Porrino assicura per sempre alla sua terra,
depositaria del grande tesoro, una voce in capitolo nella grande scena
del mondo» (F. Karlinger).
I
Shardana, rappresentata per la prima volta al San Carlo di Napoli il 21
marzo 1959 e diretta dallo stesso Porrino, costituisce sicuramente una
delle opere liriche più affascinanti del Novecento. Al San Carlo «[…]
oltre agli applausi a scena aperta si contarono non meno di venti
chiamate delle quali diverse dirette al solo autore […]» (Nino Fara).
L’autorevole enciclopedia musicale tedesca Musik
in Geschichte und Gegenwart riporta che «[…] la grande opera I Shardana
fu accolta dalla critica come la più importante opera lirica composta
in Italia in questo dopoguerra». Oggi l’opera è pressoché sconosciuta.
Nucleo centrale del presente volume è il libretto in tre atti a firma
dell’autore, nonché le critiche all’indomani della rappresentazione del
Teatro San Carlo di Napoli (1959) e del Teatro Massimo di Cagliari
(1960). Fotografie, i bozzetti di Màlgari Onnis Porrino, una prefazione
di Giovanni Masala, un articolo di Felix Karlinger sulla sardità
dell’arte porriniana e altri materiali inediti rievocano una delle
giornate più memorabili della storia dell’opera lirica del Novecento.
COMPACT DISC DOPPIO:
CD 1 (atto I: 48 minuti)
CD 2 (atto II + III: 62 minuti)
booklet di 90 pagine (in cofanetto) con una biografia del compositore a
cura della figlia Stefania, un articolo di Felix Karlinger sui SHARDANA
e il libretto d'opera (anche in lingua tedesca).
www.sardinnia.it
Libretto e musica: Ennio Porrino (Cagliari, 20 gennaio 1910 - Roma, 25 settembre 1959)
Personaggi e interpreti:
GONNARIO, Ferruccio Mazzoli
NIBATTA, Oralia Dominguez
TORBENO, Gastone Limarilli
BÈRBERA JONIA, Marta Pender
NORACE, Piero Guelfi
PERDU, Antonio Galiè
ORZOCCO, Vinicio Cocchieri
Roma, Auditorium Foro Italico, 24 settembre 1960
Orchestra Sinfonica e Coro di Roma della RAI
Direttore d'orchestra: Armando La Rosa Parodi
Maestro del Coro: Nino Antonellini
Programma realizzato il 24 settembre 1960 dalla RAI-Radiotelevisione Italiana. Riproduzione autorizzata da RAI Trade, Roma.
I SHARDANA
di Ennio Porrino
PRIMO ATTO
La vicenda si svolge in Sardegna all’epoca dei
nuraghi. Nell’antichità la Sardegna subì invasioni di razze diverse. Ad
una delle più antiche incursioni, in epoca imprecisata, si fa risalire
il tentativo di soggiogare l’isola e la cacciata dell’invasore da parte
del popolo indigeno. I personaggi sono di carattere forte, austeri e
tenaci nella difesa della patria, per la quale tutti sono pronti a
qualunque sacrificio. È in in uso, presso quei sardi, una cerimonia
religiosa davanti alla Fonte Sacra per consacrare i «guerrieri», e a
tale cerimonia si assiste nel primo atto per la consacrazione di Torbeno
e Orzocco, i due giovani figli del capo Gonnario. Tra le voci
inneggianti del popolo si stacca quella di Perdu, il guerriero cantore
che invoca la vittoria e affida il popolo alla saggia guida di Gonnario.
In contrasto con l’atmosfera festosa con cui tutti si preparano a
celebrare il rito guerriero, Nibatta, moglie di Gonnario, tenera e
dolente madre, timorosa per la sorte dei suoi figli, rimprovera il suo
uomo perché troppo dedito alla guerra anziché alle opere dei campi e
della pace. Gonnario mette fine ai lamenti di Nibatta ed ha inizio la
cerimonia della consacrazione
Torbeno e Orzocco si inginocchiano.
Il Sacerdote inizia, con gesti misteriosi, il rito: avanzano due donne
che porgono una focaccia a ciascuno dei consacrandi, che ne prende un
boccone. Altre due donne portano del sale e ne spargono una manciata
sulle spalle dei due giovani. Il Sacerdote, infine, con una ciotola di
legno, attinge l’acqua sacra e l’offre ai due fratelli che, uno dopo
l’altro, bevono con religioso atteggiamento. Quindi a Torbeno e a
Orzocco vengono consegnati gli elmi, le spade e gli scudi. Inizia la
danza nuragica. Il ballo si svolge con espressione seria e attenta,
contegno grave e sostenuto, corpi rigidi. Il passo è breve e spesso i
piedi strisciano per terra. Suonatori e danzatori si eccitano
all’insistenza ossessionante della melodia e del ritmo sempre più
accelerato. Una strana mania invade tutti e li spinge verso un’ebbrezza
violenta. È una danza religiosa di amore e di guerra.
Con la sua
nave giunge dal mare Norace di Nora, il capo dei marinai sardi.
Rivolgendosi a tutto il popolo ricorda le distruzioni e i lutti subiti
per mano dei nemici e chiede agli uomini di seguirlo per vendicare i
propri morti.
Gonnario assume il controllo supremo delle
operazioni di guerra all’interno dell’isola, e Norace il comando delle
operazioni in mare. Torbeno, però, e innamorato di Bèrbera Jonia, venuta
nell’isola al seguito degli invasori. Scesa la notte, i due si
incontrano di nascosto e si amano appassionatamente cercando di
dimenticare la loro appartenenza a popoli nemici.
SECONDO ATTO
Il secondo atto è
ambientato in uno spiazzo ai piedi di Montalba, la patria di Gonnario,
il quale con i suoi uomini stringe d’assedio la città per liberarla dai
nemici. Ripensando con nostalgia lontana alla casa, Perdu, il guerriero
cantore, si abbandona a un canto malinconico
Anche Torbeno è
preso dalla nostalgia; il suo pensiero corre all’amata lontana. Come
evocata dal suo desiderio ecco sopraggiungere Bèrbera Jonia. I due
amanti sono di nuovo insieme:
Gli amanti fuggono insieme verso
Montalba ma vengono visti, anche se non riconosciuti dagli uomini di
guardia, che danno l’allarme e denunciano il tradimento. Poco dopo
durante la battaglia, Gonnario scorge il figlio nelle file nemiche, si
scaglia contro di lui e sta per colpirlo con la spada, ma Bèrbera
interponendosi lo impedisce. Giunge intanto Norace che ha sconfitto per
mare il nemico. Con la vittoria e la denuncia (da parte dello stesso
Gonnario) del tradimento si chiude il secondo atto.
TERZO ATTO
Nel terzo atto il popolo sardo condanna il traditore Torbeno, e questi
viene condotto verso il nuraghe per l’esecuzione capitale. Bèrbera tenta
di seguire l’amante ma Orzocco la uccide. Segue una scena evocativa:
mentre lo sventurato padre invoca la morte per liberarsi dalle pene, le
ombre di Torbeno e di Bèrbera chiedono perdono perché la loro colpa è
nata solo dall’amore. Nibatta, canta in un ritmo di lugubre ninna-nanna,
il suo straziante dolore; infine le voci si fondono in un unico canto
funebre:
Al grido di Nibatta: l’Universo canti il mio dolore ... risponde il coro delle Voci dell’Universo con una dolente Trenodia.
Terminato questo quadro, riappare la scena del primo atto. Gonnario,
davanti ai dignitari e al suo popolo, affida le insegne del comando a
Norace, esortandolo a portarle in pace e in guerra e invita i poeti e il
popolo a cantare l’inno di gloria dell’isola resa libera sul mare
Perdu, il guerriero cantore, accoglie l’invito di Gonnario e scioglie una canto d’amore alla sua terra.
Il
volume raccoglie la quasi totalità degli articoli, editi e inediti, di
Ennio Porrino. Critiche musicali e musicologiche, resoconti
concertistici, recensioni, omaggi commemorativi, conferenze e interviste
al compositore cagliaritano in un corpus di oltre 200 scritti rivelano
la personalità, la vena critica e l’immensa cultura di uno dei maggiori
compositori italiani del Novecento. «La Sardegna, terra
artisticamente fertile, ma forse incapace di offrire i giusti spazi ai
suoi artisti, ebbe tra i suoi figli uno dei più capaci compositori
italiani della prima metà del Novecento: Ennio Porrino. Allievo di
Ottorino Respighi si distinse per il talento, la cultura e l’amore
fedele per la sua Sardegna. Porrino, che esercitò brillantemente
l’attività di compositore, poeta, direttore d’orchestra, insegnante e
direttore di Conservatorio, lasciò numerosi scritti, oggi raccolti nel
presente volume. Si tratta di un lascito di grande valore e rappresenta
dunque preziosa fonte di studio» (R. Piana).
Dalla documentazione inviataci da Giovanni Masala Dessì